La psicoterapia psicanalitica

La psicoterapia psicanalitica – In Svizzera i medici che vogliono conseguire la specializzazione federale (FMH) di psichiatria e psicoterapia devono scegliere fra tre tipi di terapia: quella psicanalitica, detta anche psicodinamica, il modello sistemico detto anche terapia di famiglia, e il modello cognitivo-comportamentale.

La psicoterapia psicanalitica

Lo studio medico psy-ado-adulte offre un approccio secondo il modello psicanalitico. Ciò vuol dire che le psicoterapie suggerite e eseguite rimandano al quadro teorico-clinico della psicanalisi freudiana classica, modello che viene adattato all’approccio della psicoterapia.

Adattamenti

Questi adattamenti comprendono meno sedute alla settimana che in una analisi classica (dove l’analista e il terapeuta si vedono fra tre a cinque volte alla settimana mentre per una psicoterapia ci si vede una o due volte alla settimana, magari anche una volta ogni due settimane).

L’impostazione della cura à anche diversa visto che durante une psicoterapia non è richiesto al paziente di stendersi sul divano. Il paziente mantiene invece un contato visuale col terapeuta. Il terapeuta orienta la seduta, pone domande, interviene mediamente di più che durante una seduta di psicanalisi.

La psicoterapia psicanalitica

Il lavoro di terapia è più concentrato nel tempo e diretto alle difficoltà quotidiane del paziente. Nella mente del terapeuta, queste difficoltà rimandano a conflitti interni dei pazienti tra parti psichiche che si sono sviluppate meglio o a scapito di altre.

Tecnica

Secondo il livello di ansia del paziente, gli interventi del terapeuta saranno più di tipo “accompagnamento”, quando il paziente avrà appena vissuto un trauma, per esempio, e che si sentirà in qualche modo destabilizzato.

In questo tipo di situazione il terapeuta proverà soprattutto a permettere al suo paziente di verbalizzare l’accaduto e recare così “ordine” in quello che gli è successo. ‘E una forma di accompagnamento nelle difficoltà, senza cercare a tutti i costi le radici dei sintomi di ansia. Si tratta qui di contenere l’ansia.

Dopo questa prima tappa (che non è sempre necessaria) gli interventi del terapeuta punteranno ad attirare l’attenzione del paziente sul suo funzionamento psichico, sul suo modo di “leggere” la realtà intorno a sé e a cercare le cause dei disturbi. Questo tipo di approccio è definito come più analitico, cioè legato a l’interpretazione.

Il terapeuta osserva la natura del tipo di rapporto che si è instituito fra lui e il paziente, quello che succede emozionalmente fra di loro, per generalizzarlo al resto della vita del suo paziente, ai suoi rapporti con gli altri e al suo mondo psichico.

La modellizzazione del rapporto tra il paziente e il terapeuta permette un approccio preciso di queste questioni, attraverso l’osservazione di quello che succede durante la seduta e non in modo generico o intellettuale, il che non avrebbe nessun impatto sui sintomi del paziente.


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